«Mocio vieni dai!»
Farini esortava il vecchio gatto.
Diciotto anni prima il macellaio aveva perso la pazienza. Il bastardino riusciva sempre ad intrufolarsi nella bottega filandosela con la salsiccia migliore. Quel dì lo aveva cacciato a pedate e il randagio era finito nel lago. Un’ora dopo arrivava puntuale Farini. Il Grigio dai ricci brizzolati, cominciata la carriera giovanissimo, era divenuto comandate. Avanti e indietro, traghettava un variegato popolo di viaggiatori da una sponda all’altra del lago.
L’incontro della mattina non era stato amore a prima vista: Farini scocciato di trovare l’animale aggrappato alla fune d’ormeggio del “suo” traghetto, il gatto talmente fradicio e malconcio da meritarsi il soprannome di “Mocio del pavimento”. Per vari motivi non si era riusciti a sbarcare il clandestino, rimasto pertanto a bordo e adattatosi facilmente alla “casa traghetto”.
Mocio seguiva il Grigio che perlustrava, assegnava incarichi, elogiava, rimproverava e infine sedeva al posto di comando. Il micio era un campanello d’allarme: «Mocio agitato lago imbronciato!» esclamava l’equipaggio. Le onde non lo spaventavano mentre zampettava lasciandosi accarezzare; faceva una capatina al bar per un bocconcino; quindi si acciambellava sulle poltroncine, incurante di occupare il posto di un umano pagante.
Il motore fungeva da riscaldamento, il vento da condizionatore. La tratta percorsa appariva noiosa ai viaggiatori abituali, non così a loro due, consapevoli di essere privilegiati: il mondo passava da lì! Una moltitudine di instancabili lavoratori, vivaci bambini, anziani malinconici, studenti assonnati, donne eleganti, spensierati turisti, fattorini stressati. Tutti conoscevano il gatto traghettatore!
Gli anni erano volati: Farini andava in pensione. Quel giorno scendendo per l’ultima volta in veste di comandante, egli sperava che l’animale lo seguisse. Uno scambio di sguardi poi un balzo, zampe e piedi ora appaiati; due cuori uniti dai viaggi sul lago.
Racconto dedicato al lago Verbano e ai traghetti che uniscono Laveno a Intra.
Primo classificato del concorso “LetterAltura 2018“.
Per continuare a viaggiare sul lago prova a leggere o ascoltare “Avanti e indietro, indietro e avanti“.