Patria brunch

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Patria brunch

Il primo, uomo, avanza con passo sicuro verso il centro del prato.
Il secondo, ragazzo, si guarda intorno incerto in una giubba rattoppata e troppo grande.
Il terzo, vecchio, raddrizza la schiena gobba e osserva il cielo.

Il primo ha una barba lunga e bruna.
Il secondo pochi peli biondi e sottili.
Il terzo una chioma bianca come la neve.

L’uomo è vestito fieramente.
Il ragazzo ha un pugnale alla cintola.
Il vecchio un mantello che scende lungo la spalla destra.

Uno è arrivato da vicino, un altro ha attraversato il lago, l’ultimo è sceso dai monti.
Il viaggio per qualcuno è stato facile, per qualcuno lungo e per uno dei tre breve.

Le speranze sono molte.
Le sfide ardue.
Le sicurezze poche.

Non hanno ancora una bandiera: arriverà.
Pensano in grande: vinceranno.
Sono pronti a morire: è un rischio concreto.

Il nemico straniero fa paura.
La fame riempie gli stomaci.
La fatica è compagna quotidiana.

Il medioevo finirà tra poco.
L’età moderna porterà conquiste.
La contemporaneità è troppo lontana per essere anche solo immaginata.

Due occhi sono marroni e profondi.
Uno sguardo è schivo e quasi nero.
Molte rughe sono evidenti su un volto di tante primavere.

Di forza parla il primo.
Nel futuro confida il secondo.
La saggezza narra il terzo.

Una tribù da sola è persa.
Due sono un gruppo.
Tre diventano un popolo.

Uri è il toro, Svitto la croce, Untervaldo la chiave.

L’uomo è pronto.
Il ragazzo è sicuro.
Il vecchio è speranzoso.

Tre braccia si ergono verso il cielo.
Da tre mani si allungano tre dita.
Da tre voci viene pronunciato il giuramento: la Svizzera è nata.

La mattina sarà brunch in fattoria, il pomeriggio relax sui monti, la sera festa in ogni
luogo.

Qualcuno ascolterà i discorsi delle autorità.
Altri parteciperanno alle celebrazioni ufficiali.
Quasi tutti vedranno i fuochi d’artificio della sera.

Il burro è d’alpeggio, il miele nostrano e la treccia bernese.
La marmellata di fragole, il formaggio a pasta dura, il succo di mele.
Il prosciutto dell’Alpe Piora, il salame dei Castelli, la carne secca dei Grigioni.

Le famiglie apprezzeranno la grigliata al lago, gli innamorati il pic-nic nel bosco, i
single le feste paesane.
Gli anziani avranno un pasto speciale, le bande suoneranno per la festa, i cori canteranno l’inno.
Chi è lontano penserà alla patria, chi è vicino la vivrà sulla pelle, chi è straniero osserverà incuriosito.

Per molti è ormai abitudine consolidata, per qualcuno una piacevole scoperta, per pochi un rumoroso fastidio.
I corni delle alpi risuoneranno oltre il Gottardo, le fisarmoniche fischietteranno più a sud, lo scoppiettio dei petardi unirà la nazione. Le locuzioni ufficiali riempiranno i media, le risate dei bambini pervaderanno l’aria, i sospiri degli anziani toccheranno il cuore.

Per tanti è il paese delle banche.
I golosi apprezzano la cioccolata.
Gli abitanti la qualità di vita.

Per qualcuno è solo un punto sul mappamondo, per altri la foto di una vacanza, per gli espatriati la mamma da cui tornare.

Per lo zurighese è Sonnenstube, per il neocastellano è Röstigraben, per il Ticinese è Monte Ceneri.
Per l’italofono è ciao belli, per il germanofono è Grüetzi, per il romancio
è Allegra.

Le Alpi, di roccia e di neve, fanno da sfondo.
I laghi, di blu e di verde, da specchio.
Le valli, diritte o scoscese, da passaggio.

La ferrovia è una rete sanguigna, i tunnel le arterie e i passi le valvole di sfogo.
La ricerca è punta d’eccellenza, il turismo utile corollario, la moneta solida certezza.
Le università sono fiore all’occhiello, le tradizioni ben radicate, la globalizzazione
evidente.

Il passato è stato scritto, il futuro è da costruire, il presente è da vivere.

Tre cantoni si sono uniti 728 anni fa.
Tre livelli istituzionali garantiscono il federalismo.
Tre lingue più una garantiscono la pluralità.

Porto sicuro negli anni delle guerre, a più riprese meta di immigrazione, per alcuni terra da cui partire.

Tre uomini hanno tracciato una via.
Due momenti storici agli antipodi.
Una sola patria: viva la Svizzera.

Racconto dedicato al 1. Agosto e alla Festa Nazionale Svizzera, pubblicato sul Corriere del Ticino del 27 luglio 2019. Per redigere il racconto BluttaBlatta si è ispirata al dipinto di Jean Renggli Il giuramento del Rütli
Per leggere altre storie di eventi che hanno fatto la Storia, provate a curiosare nella sezione “memoria“.

Una lettura di BluttaBlatta
Inno Svizzero eseguito dall’Orchestra della Svizzera Romanda diretta da Pierre Colombo

Chi ha scritto questo racconto

BluttaBlatta

"Un marito.
Due gatti.
Tanti libri.
Mille parole.
"
Martina Ravioli