Il grande Anselmo e il piccolo Cippi

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Il grande Anselmo e il piccolo Cippi
Illustrazione di Gianluigi Susinno

Ah come è rilassante il silenzio di un bel bosco notturno, vero? No, sbagliato!

Se siete tra coloro che pensano che nella foresta, al buio, sia tutto calmo e senza rumore, vi sbagliate di grosso. I casi sono due: o non siete mai stati in un bosco di notte oppure avevate così paura da camminare a occhi chiusi e con le mani strette a tappare le orecchie.

Non pensiate che io sia molto più coraggiosa di voi e, in effetti, stare al buio tra gli alberi fa venire anche a me un brividino lungo la spina dorsale e i peli della nuca dritti come spaghetti, ma ad Anselmo no. Sarà perché lui è un omone grande e grosso, pesa 100 kg e ha il 45 di scarpe, sarà perché è abituato, fa il guardiacaccia su e giù per tutto il Ticino, sarà perché ama la natura, ma lui nel bosco di notte ci sta benissimo.

Qualche giorno fa, passeggiando sul lungolago, ho visto una sagoma familiare appisolata su una panchina. Mi sono avvicinata e ho sentito il tipico russare di Anselmo. Mamma mia, me lo ricordo fin da quando a scuola si andava insieme in gita: sembra un trombone! Così, siccome era da un po’ che non lo vedevo, mi sono seduta e ho aspettato il suo risveglio.

Yawn…” Ha fatto uno sbadiglio grossissimo, nella sua bocca avrebbe potuto entrare un passerotto intero, prima di accorgersi di me.
“O tò chi si vede, quanto tempo! Come stai?” Mi ha detto sorridendo e così ci siamo messi a chiacchierare. Dopo un po’, da brava curiosona come sono e come ormai mi conoscete, non ho saputo resistere e gli ho chiesto: “Ma Anselmo, ma perché stai dormendo in pieno giorno su di una panchina?”
Lui, per niente imbarazzato, mi ha guardato con gli occhi che brillavano di felicità: “ Ah cara mia, dormiresti di giorno anche tu se avessi passato tutta la notte ad inseguire Cippi!”

Ora, io non avevo la più pallida idea di chi o cosa fosse Cippi, e mi sono fiondata in un interrogatorio degno del miglior detective e così ho scoperto la storia di un’amicizia speciale.

Per tanti anni in Svizzera la civetta è stata sull’orlo dell’estinzione, ma oggi, grazie a progetti e persone di buona volontà, questo pennuto sta tornando a popolare anche le pianure ticinesi. Tra chi si occupa di proteggerlo c’è il mio amico Anselmo che non si limita a fargli la guardia, ma lo studia giorno e notte – soprattutto notte! – e si annota ogni più piccolo dettaglio. Ormai lo conosce così bene da avergli dato un nome: Cippi per l’appunto.

“Certo che gli ho dato un nome, mica posso ogni volta chiamarlo con il nome scientifico di Athene noctua, ti pare? E va bene che la civetta è considerata saggia e per questo si chiama così, essendo dedicata alla dea Atena, ma santa polenta, Cippi è un nome decisamente più simpatico…” e così dicendo mi prende sottobraccio e mentre continua il suo racconto ci tuffiamo in una bella pasticceria. Anselmo sorseggia un caffè in una tazza grande come una vasca da bagno, con la scusa che ne ha bisogno per svegliarsi, e io mi fiondo su di un pasticcino che schizza crema da tutte le parti (oltre che curiosa sono anche golosa come sapete).

Anselmo mi racconta che la notte precedente era nel bosco, con le orecchie bene aperte per sentire anche il più piccolo fruscìo. Cippi, infatti, è cauto e silenzioso come tutte le civette e ci vede molto bene con la luce della luna. L’obiettivo della spedizione era localizzare il volatile e seguirlo per trovare il nido. Cippi, infatti, ha una compagna – che Anselmo ha chiamato Primula… ah non domandate a me il perché di questo nome, ho preferito non chiedere – ed è impegnatissimo a portarle da mangiare, mentre lei cova le uova e non esce dal nido. Gli scienziati vogliono capire quanti nidi di civetta ci sono ora in Svizzera e così il lavoro del mio grosso amico è importantissimo. Ieri non è riuscito a trovare la casa di Cippi e Primula, ma questa notte tornerà a cercare.

Tra un morso di dolce e un sorso dalla tazza, mi spiega che le civette sono silenziose perché le loro penne sono soffici e coperte di lanugine, con bordi irregolari in modo tale che il vento non produca alcun suono quando ci passa in mezzo. Questo è fondamentale per Cippi. Se facesse rumore, infatti, non riuscirebbe a cogliere di sorpresa i topolini e i piccoli rettili di cui Primula è ghiotta e sinceramente non vorrei essere lui e tornare nel nido ad artigli vuoti: e chi la sente poi la sua dolce metà?! Ha bisogno di tanto nutrimento per covare le uova.

Il grande Anselmo e il piccolo Cippi
Illustrazione Gianluigi Susinno


Anselmo ha scommesso con un suo amico che Cippi e Primula daranno alla luce almeno 4 pulcini. Io lo spero tanto, ne abbiamo proprio bisogno! Le civette sono utili anche per noi perché cacciano tanti animali nocivi e poi sono bellissime con la testa grande in cui spiccano i due penetranti occhioni gialli che osservano il paesaggio sotto alle sopracciglia color crema.

Il guardiacaccia mi racconta che una volta ha tenuto Cippi in mano. Era ferito perché si era scontrato con un palo dell’alta tensione. Avete presente i badili per spalare la neve? Ecco le mani di Anselmo hanno quasi quella grandezza, ma quando maneggiano esserini ricoperti di piume diventano delicatissime. Anche perché le civette sono solo 20 centimetri per un peso di scarsi 150 grammi. Se non fosse stato attento avrebbe rischiato di fare una frittella di pennuto.

“Ma tu sei matta.” sbuffa Anselmo quando glielo dico. “Io sono sempre attento con gli animali e poi preferisco un pasticcino ad una frittata di Cippi.” E così dicendo fa sparire in un sol boccone quello che era rimasto del mio cannoncino: Ah che ingiustizia!

Dopo un forte abbraccio, Anselmo mi saluta e scappa a casa. Farà ancora una breve dormita perché questa notte deve essere più sveglio che mai. Passerà le buie ore vicino al vecchio casolare abbandonato perché è quasi sicuro che il nido di Primula e Cippi sia nascosto tra le travi del tetto parzialmente crollato. Avrei voluto chiedergli di poterlo accompagnare. Anche a me piacerebbe vedere due civette dai nomi tanto buffi, ma poi ho pensato che è meglio lasciare questo lavoro ai professionisti perché io, goffa come sono, sicuramente avrei fatto rumore e avrei combinato un qualche pasticcio.

Però vi garantisco che quella notte l’ho sognato. L’ho visto avanzare con passo sicuro tra alberi e cespugli. Ad un certo punto un lievissimo spostamento d’aria gli ha solleticato le orecchie e una macchia chiara e velocissima come un piccolo innocuo fantasmino, gli è passata accanto. Era Cippi, con un topoletto tra gli artigli. Si è infilato furtivamente tra i sassi del vecchio muro coperto di muschio.

Anselmo ha segnato una X sulla cartina. Ora sa dove è il nido e potrà continuare a fare la guardia per garantire a Primula, Cippi e ai loro piccoli la giusta tranquillità e sicurezza.

Dove? Mi state chiedendo voi. Non lo so, l’ho solo sognato e anche se lo sapessi non ve lo direi.
Ma se una sera provate ad andare con mamma e papà fin sul limitare del bosco, sentirete anche voi tanti rumori, versi e passettini tra le foglie. Non c’è da avere paura, è solo la natura che si riappropria dei suoi spazi. E non dubitate, voi forse non lo vedrete, ma Cippi vi guarderà con i suoi grandi occhi gialli, nascosto tra i rami.

Ecco un altro racconto di BluttaBlatta ad essere apparso sul mensile Vivere la montagna.
Illustrazioni di Gianluigi Susinno.
Scarica qui il pdf del racconto e dell’illustrazione.
Se ti incuriosisce il mondo animale, troverai tanti racconti dedicati nella sezione “natura”.

Una lettura di BluttaBlatta
Suoni: Freesound Ermine
Musiche incompetech.com: “Hard boiled” di Kevin MacLeod

Chi ha scritto questo racconto

BluttaBlatta

"Un marito.
Due gatti.
Tanti libri.
Mille parole.
"
Martina Ravioli