Emily e Fury

E
Emily e Fury

La piccola Emily, una deliziosa bimba di soli cinque anni, se ne stava a fissare la colazione che la mamma le aveva preparato. Da un anno aveva perso appetito e allegria. Mamma Lisa faceva di tutto per ridare alla figlioletta la gioia di vivere, ma purtroppo senza grandi risultati; dal giorno in cui l’incidente in macchina l’aveva costretta su una sedia a rotelle Emily non era più la stessa.

«Mamma mamma, e quello che cos’è?»
Lisa, intenta a prepararsi un caffè, si girò verso la figlia.
«Che cosa, tesoro?» disse.
«Ma quel buffo animaletto!» Esclamò lei, indicando il prato che si vedeva dalla finestra.
La mamma si avvicinò al vetro per guardare meglio ma non vedendo niente disse: «Sei certa che ci fosse un animaletto nel nostro giardino?»
«Sì sì!» esclamò Emily, «Era così buffo…»
Lisa vide sul viso della figlia tanta meraviglia e curiosità che decise di non lasciarsi sfuggire l’occasione e disse: «Sai cosa facciamo? Questa sera mettiamo sul prato qualche pezzettino di carne e di frutta e chissà che il tuo amichetto non torni».

Il mattino dopo, Emily in cinque minuti aveva già finito la colazione e se ne stava sulla sedia a rotelle che la mamma aveva accostato alla finestra. La bambina sbirciava il prato da dietro le tendine; sapeva che, durante la notte, l’animaletto era venuto a mangiare la carne. Ed ecco che, all’improvviso, da sotto il cespuglio di rose bianche, sbucò un tenerissimo musetto bruno e grigio, con due occhietti vispi e neri e un paio di piccole orecchiette tonde.

«Ma quello è un furetto» disse la mamma, «Dev’essere scappato a qualcuno, perché è un animaletto che non vive più in libertà».
«Possiamo tenerlo noi?» chiese Emily.
«Chiederò in giro e, se nessuno lo reclama, potrai prenderlo tu.»
Nessuno venne a cercare il furetto e così per Emily cominciò una nuova vita.

Ogni mattina Fury – ad Emily piaceva chiamarlo così – sbucava in giardino per cercare il mangiare che la bimba gli lasciava e così lei, osservandolo bene, aveva imparato che era un animaletto carnivoro, curiosissimo e molto vivace. Fury si infilava in ogni buco, annusava sempre l’aria e si accorgeva subito se in giro c’era qualche oggetto nuovo. Pian piano Emily riuscì ad avvicinare il furetto, tanto che, dopo soli due mesi, appena lei usciva in giardino lui si precipitava a rannicchiarsi sulle sue ginocchia e lì si lasciava coccolare fino ad addormentarsi. Vivere rinchiuso in una gabbia sarebbe stata per Fury una tortura; perciò, Lisa gli aveva messo in giardino una piccola cesta imbottita per dormire durante la notte. All’inizio dell’inverno Fury aveva ormai preso l’abitudine di dormire sulla poltrona della sala e di mangiare in cucina, dove Lisa gli aveva sistemato una ciotolina con acqua e cibo.

Fu così che, grazie a quel piccolo furetto, in casa di Emily era tornato il sole; la bimba aveva finalmente imparato a sorridere ancora e aveva ritrovato la gioia di vivere.

Racconto pubblicato nella raccolta “75 ANNI di aiuto agli animali…e dodici racconti” a cura della “Società protezione animali di Locarno e Valle Maggia. Se ti piacciono i racconti dedicati agli animali, prova a curiosare nella sezione “Natura“.

Una lettura di Francesca Ravioli
Musiche incompetech.com: “Darxieland” e “Sovereing” by Kevin MacLeod

Chi ha scritto questo racconto

L'ospite: Francesca Ravioli

Classe 1975, moglie orgogliosa di Gio e mamma felice di Nicolò.
Ha una maturità conseguita al liceo linguistico, e una lunga esperienza nel segretariato medico.
Si rilassa con passeggiate in montagna e giardinaggio.
Si diletta con creazioni manuali di bricolage.
Si diverte nella stesura di racconti e nella lettura ad alta voce.