Il castoro Hans e il signor Müller

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Il castoro Hans e il signor Müller
Illustrazione di Gianluigi Susinno

“Oh: anche questa è fatta!” 
Hans si strofina soddisfatto le zampe anteriori: la diga è finalmente completata.
Dopo una notte di intenso lavoro, la fame si fa sentire e Hans si affretta a fare un veloce spuntino di saporito legno di salice, poi si tuffa e raggiunge l’ingresso della sua tana nascosta.
“Oh: ora una bella dormita!”
Neanche il tempo di pensarlo e già ronfa come un sasso.

Siamo ormai a fine giugno e il nostro giovane castoro ha lasciato la sua famiglia da quasi un mese. È rimasto con mamma e papà per due anni e si è divertito a giocare con le sorelline che hanno un anno meno di lui. Ora, però, mamma Anke ha dato alla luce due piccoli castorini e la tana è diventata stretta per Hans e per il fratello Georg. 
Così, ormai adulti, hanno deciso di andare a vivere da soli e sono partiti in una tiepida sera di fine maggio. Georg è andato verso valle, mentre Hans si è diretto veloce a monte risalendo il placido fiume grazie ai forti piedi palmati e alla coda usata come timone.

Dopo due notti di faticoso nuoto, Hans arriva in un posto che gli sembra perfetto per costruire la sua casa. Il fiume si allarga in un’ampia ansa e l’acqua scorre tranquilla tra prati verdi e giovani alberi. Sullo sfondo i ghiacciai delle Alpi luccicano come gioielli alla luce della luna, mentre verso valle si apre l’ampia pianura punteggiata di campi e fattorie. 

Hans sospira. Mamma Anke gli ha raccontato spesso la storia dei suoi antenati. I bisnonni sono stati tra i primi castori a tornare liberi in queste campagne quarant’anni fa. Prima di allora non c’era più nessuno della sua specie a nuotare in queste acque.
“Oh: che spreco! Così tanti bei fiumi e nessun castoro! Meno male che adesso siamo di nuovo in tanti e se l’uomo sta un po’ attento saremo sempre di più!” Hans ride sotto i baffi e cerca un nascondiglio per passare il giorno. 

Sì, sì, avete capito bene: il nostro Hans dorme di giorno e lavora di notte! Così notte dopo notte, in una settimana ha terminato la sua prima diga costruita tutta da solo. 
“Oh: che orgoglio. Mio papà mi ha insegnato proprio bene!”
C’è da dire che oltre agli insegnamenti di papà Frederick, gli sono d’aiuto due enormi incisivi arancioni. Non c’è albero troppo robusto per il nostro castoro e Hans è un vero falegname.
La diga è cresciuta in fretta e ora il fiume forma un bellissimo stagno in cui nuotare e che protegge l’entrata della sua casa.

Le settimane passano e l’estate sta ormai finendo. Hans si è abituato a vivere in quella piccola parte di mondo e non ha perso tempo a marcare il territorio per far capire a tutti chi comanda lì:
“Oh: questa è casa mia e comando io!”
Ci ha messo una giornata intera ad andare in giro e a lasciare su tutti gli alberi, i sassi e le radici il suo odore. Se mai vi capitasse di incontrare un castoro, non annusatelo troppo! Il suo profumo, per noi umani, è un po’ una puzza, ma vi posso assicurare che per le “castore”, invece è delizioso. Infatti Ingrid si è innamorata di Hans prima ancora di conoscerlo.

Era l’inizio dell’inverno e Ingrid aveva deciso di fare una breve passeggiata notturna fino al boschetto di pioppi poco distante della sua tana, per masticare un po’ di corteccia. Così, cammina cammina, ad un certo punto il suo naso è stato solleticato da un profumo favoloso.
Si è messa a correre e, dopo qualche centinaio di metri, è andata a sbattere proprio sul posteriore di Hans. I castori, infatti, non ci vedono molto bene e poi Ingrid era anche distratta dalla corsa!

Hans si volta e… “Oh….”
Esclamano all’unisono i due castori! Avete già capito che è stato un vero colpo di fulmine e Ingrid ha deciso in quattro e quattro otto di traslocare a casa di Hans. 
I mesi invernali trascorrono come in paradiso per i due innamorati e in primavera Ingrid mostra felice una pancia più pronunciata sotto la folta pelliccia marrone: il parto è previsto per giugno.

“Oh però! Mica male! In un anno me ne sono andato a vivere da solo, ho messo su casa, ho trovato una moglie e tra poco sarò padre!” Esclama Hans.
“Caro alla lista delle cose non dimenticare di aggiungere che hai costruito una diga meravigliosa che ha resistito intatta alle piene del fiume e al disgelo!” Ingrid sorride sotto i baffoni – è inutile che fate quella faccia: anche i castori femmina hanno i baffi! – e guarda il suo Hans.

Una mattina presto sentono un rumore spaventoso e un mostro di metallo appare sull’argine del fiume. Sbattendo forte le code sull’acqua i due castori si immergono e raggiungono ansimanti la tana. Tutte le pareti tremano e il rumore li raggiunge anche lì.

Nelle prime luci dell’alba appaiono accanto all’acqua delle grosse ruspe e dei camion larghi e pesanti. Le ruspe iniziano a scavare ad un ritmo forsennato. Sembra che vogliano mangiarsi tutto il fiume. Sono quasi arrivati alla diga di Hans. Basterebbe ancora un colpo e la robusta palizzata di legno verrebbe spazzata via.

Ma all’improvviso tutto si ferma. Un silenzio bellissimo raggiunge i due castori nella tana e Hans decide di andare a controllare cosa sta succedendo.
Si posiziona a pelo d’acqua, quasi invisibile e vede sull’argine del fiume una bambina che tiene per mano un signore grande e grosso, sicuramente il suo papà. Hans ha un udito sensibilissimo e sente gli umani parlare, ma non capisce la loro lingua. Noi, però, eravamo lì e possiamo dirvi cosa è successo.

Un ricco signore di città voleva deviare il fiume e creare un campo da golf per tanti signori di città altrettanto ricchi come lui. Ha fatto arrivare all’alba uomini e macchinari per iniziare i lavori. Il rumore dei camion ha svegliato Anna che è corsa a chiamare il suo papà e ora sono lì, insieme, a parlare con il ricco signore di città.

“Non mi interessa perché lei è qui e cosa vuole fare. Questa è un’area protetta e per la prima volta da più di 30 anni sono tornati anche i castori. È un anno che li sto studiando e ora stanno per dare alla luce la loro prima cucciolata. Come uomo e come zoologo non le permetterò di distruggere il loro ambiente naturale!” Anna stringe forte la mano del suo papà. È proprio orgogliosa di lui!

Il ricco signore di città ha anche un cuore e, una volta capita la situazione, decide di andare a costruire il suo campo da golf da un’altra parte, ma ogni tanto, ancora oggi, torna a trovare Anna e il suo papà e a farsi raccontare le avventure di Hans e Ingrid.

“Signor Müller, non si preoccupi! Hans e Ingrid stanno benissimo! Hanno solo avuto un po’ di paura per tutto il rumore che ha causato!”
Anna prende il signor Müller per mano e lo porta sul bordo del fiume. Si siedono in silenzio ad aspettare la notte. Ad un certo punto due testone fanno capolino nell’acqua, seguite da quattro testoline più piccole.

“I piccoli di Hans e Ingrid sono nati e si chiamano Silvia, Karl, Fiona e Mülly…come lei Signor Müller!”
Il signor Müller sorride con gli occhi lucidi. Ha capito che non è mai troppo tardi per fermarsi ed imparare ad amare la natura. Da dietro un pioppo lo zoologo osserva la sua bambina, il ricco signore e i sei musi di castoro.
Ce l’hanno fatta: i castori a tornare sull’altipiano, la sua bambina a diventare grande e il ricco signore a tornare bambino.

Un altro racconto di BluttaBlatta apparso sul mensile Vivere la montagna.
Illustrazioni di Gianluigi Susinno.
Scarica qui il pdf del racconto e dell’illustrazione.
Se ti incuriosisce il mondo animale, troverai tanti racconti dedicati nella sezione “natura”.

Una lettura di BluttaBlatta
Suoni: Freesound Craigsmith, Reitanna, Tim-Kahn, Sankalp, Rincewid87, K1m2018

Chi ha scritto questo racconto

BluttaBlatta

"Un marito.
Due gatti.
Tanti libri.
Mille parole.
"
Martina Ravioli