Il presente è quello che siamo

I

Un uomo entra in un caffè e quando esce non è più un uomo.
Un uomo entra in un caffè e con lui entra un mitra.
Due agenti escono da un caffè e con loro un terrorista.

Sono successe brutte cose in quel caffè.
Molte persone sono diventate cadaveri e un uomo ha perso la sua umanità.
Non si sa perché lo abbia fatto, ma non importa.
Si sa cosa era prima, un uomo, e cosa è diventato dopo, un terrorista, ma non si sa chi era durante.
Mentre apriva il fuoco puntando il mitra all’altezza del cuore, mentre rideva sguaiatamente ad ogni corpo falciato, mentre la sua anima moriva ad ogni esplosione: non si sa chi era.

Si sa cosa ha fatto.
Ha ucciso una persona che era donna e presto sarebbe diventata mamma
Ha interrotto la crescita di due ragazzi che tra qualche anno sarebbero stati uomini.
Ha accelerato la dipartita di un anziano rendendolo salma prima del tempo.

Ha imbrattato le pareti giallognole di sangue rosso e vischioso.
Pareti che avrebbero dovuto venir imbiancate la settimana seguente.
Ha distrutto un orrido quadro che, in ogni caso, sarebbe diventato spazzatura di lì a poco.

Ha interrotto il sonnolento sonnecchiare della centrale di polizia, trasformandolo in un grido accalorato che si è perso nel suono delle sirene; ma soprattutto ha sancito una differenza tra il prima e il dopo.

Il prima di pace, apparente sicurezza e inconsapevole benessere è diventato un dopo di paura, timore e incredulità.

Non si sa cosa sia successo nel presente in quel caffè, ma si sa che quel presente, che prima era futuro e poi solo passato, è stato l’attimo che ha cambiato molte vite.

Il terrorista marcirà in prigione per il resto dei suoi giorni, non si sa se tornerà ad essere uomo, si sa solo che ogni notte grida nel sonno e si suppone, o forse solo tragicamente si spera, che i fantasmi delle sue vittime non gli diano pace.

Un uomo è entrato in un caffè: quello che è successo dopo è dipeso solo da quell’attimo.

Racconto scritto riflettendo su due poesie di Wislawa Szymborska: “Il terrorista, lui guarda” e “Le tre parole più strane“. Per scoprire l’anima nera di un altro personaggio da brivido prova a leggere “L’alpigiano silenzioso“.

Una lettura di BluttaBlatta
Suoni: Freesound Drewkelly
Musiche “Marcia Funebre”

Chi ha scritto questo racconto

BluttaBlatta

"Un marito.
Due gatti.
Tanti libri.
Mille parole.
"
Martina Ravioli