Vivere il tempo

V
Vivere il tempo

Toc-ciak, toc-ciak.
Il suono ritmato del bastone, che colpisce i sanpietrini con cadenzata lentezza, accompagna lo sfregamento delle improbabili ciabatte rosa che strizzano due piedi maschili gonfi di gotta e decisamente troppo grandi per questo femminile vezzo colorato.
Remo avanza lungo la via acciottolata che, gradino dopo gradino, discende nei meandri della città addormentata, cullata dal ronzio delle zanzare e bagnata da un caldo opprimente anche in riva al lago.

La mente è piena di nebbia nel presente di Remo, ma il passato è vivido e felice. Si appoggia, stanco e disorientato, al basamento che sorregge due splendidi uccelli lacustri nell’atto di spiccare il volo. Si ricorda che da bambino li osservava incuriosito, mentre aspettava la funicolare. Non è mai riuscito a capire se si trattasse di anatre, cigni o oche, ma poco importa. Si immaginava voli infiniti sopra le increspature dell’acqua e rapidi colpi d’ala per risalire fino alla vetta della montagna a destra del golfo.

Con passo incerto si avvia verso il lago. Qualche sparuta panchina spunta qua e là.
Il corpo esausto si accascia come un sacco informe sul rosso scrostato della seduta. La testa reclinata sul petto si alza e si abbassa dolcemente, seguendo il respiro di un sonno affaticato.
Remo ha ora di nuovo nove anni e corre felice. L’ultimo giorno di scuola è alle spalle e l’estate lo attende: piena di gelati, bagni al lago, corse in bicicletta, partite di playstation con gli amici. Piena di tutto e vuota di tempo, ma questo Remo non lo sa ancora.

Mamma Anna lo ha iscritto al campo estivo per imparare l’inglese: “Senza inglese non vai da nessuna parte”.
Papà Luca lo ha inserito nella squadra di pallone: “Tutti gli uomini devono giocare a pallone”.
Nonna Annina li aspetta per le vacanze al mare – “Ma come ad agosto?” – la cui partenza intelligente, una fra tante partenze intelligenti, regalerà loro qualche piacevole ora imbottigliati in un meraviglioso serpentone di auto bollenti come fornaci e luccicanti come gemme sotto al sole estivo.

La zia Giulia ha già programmato il suo ritiro spirituale in salsa buddista– “così mi depuro dallo stress!” – che regalerà a Remo e famiglia, almeno per qualche settimana, 2 cani, 3 gatti, 2 canarini, 15 pesci rossi e 3 tartarughe da accudire.

La maestra Carla ha stilato un dettagliato programma di compiti estivi – “che altrimenti dimenticate tutto!”: 42 pagine di esercizi di matematica, 4 libri da leggere, 3 temi da scrivere, innumerevoli riassunti da stilare e un disegno de “le tue meravigliose vacanze” tanto per gradire. Gli orari, regolari e fissi durante l’anno, verranno finalmente allentati: a letto alle dieci e non più alle nove, sveglia alle otto e non più alle sette, pranzo e cena sempre uguali, ma anarchia della merenda. Bel cambiamento, non c’è che dire. L’ansia da prestazione scolastica verrà dimenticata, sostituita dall’ansia sociale di essere simpatico, bello e con abbronzatura maldiviana al punto giusto. Poco male, meglio che il bambino si abitui in fretta se vuole essere un adulto adatto alla società.

Per fortuna di tutto questo Remo, in un caldo pomeriggio di inizio estate, non sa ancora nulla. Il gelato cola allegramente sulla maglietta e si scioglie grammo dopo grammo come anno dopo anno aumenta il numero di scarpe e la taglia dei vestiti. Per i 18 anni gli amici gli regalano delle buffe pantofole rosa con un ballonzolante pompon e l’invito a prendersi meno sul serio. A 30 anni il matrimonio, a 40 la carriera, a 42 un figlio, a 48 il divorzio, a 56 la lotta contro il tumore, a 65 la pensione –“E ora cosa faccio tutto il giorno?”, a 72 l’inizio di Alzheimer.

Nel dormiveglia Remo sente una sirena: sempre più vicina, sempre più forte. Una mano gli si appoggia sulla fronte e il bambino si sveglia di soprassalto.
“Tesoro: sveglia! Oggi è l’ultimo giorno di scuola!” Mamma Anna lo guarda sorridendo. Ha gli occhi arrossati il suo bambino: deve aver avuto un incubo.
“Amore caccia via i brutti sogni, oggi iniziano le vacanze: cosa vuoi fare questa estate?”
“Voglio avere il tempo per vivere mamma.”

Racconto pubblicato sul Corriere del Ticino del 6 luglio 2019.
Voglia di introspezione? Prova a leggere il sonetto “Mono-dialogo tra caos e silenzio

Una lettura di BluttaBlatta
Suoni: Freesound Jzyrytsounds, Jordishaw
Musiche incompetech.com: “Flying Kerfuffle” di Kevin MacLeod

Chi ha scritto questo racconto

BluttaBlatta

"Un marito.
Due gatti.
Tanti libri.
Mille parole.
"
Martina Ravioli