Impronte nella neve, Impronte nella testa

I
Impronte nella neve, impronte nella testa

Cammino con passo furtivo. Osservo con occhio vigile.

Là, vicino al cespuglio di agrifoglio, un solco allungato: una lepre in fuga dal rumore scricchiolante dei miei passi, impronte a loro volta.
Lì, a lato del sentiero pianeggiante, i passettini ancora freschi di un cagnolino: probabilmente un barboncino con cappotto rosa e collare di paillettes.

Più avanti le impronte ancora da scrivere: la neve un foglio bianco.
Più indietro la storia già tracciata: il cammino un quadro a tinte fosche.
Il colore è il fango e il pennello la suola dello scarpone.

Il sacco è pesante da trascinare. Sembra che l’anima morta al suo interno si dibatta per liberarsi dalle tenebre della fine. È stata strappata alla vita da una lama fredda e seghettata. Il corpo legato con corde robuste, a volerne mantenere intatte le membra nello sfacelo della dipartita.
Poco a poco perderà colore.

Bisogna fare in fretta.

La necessità di portare al sicuro il triste bottino si fa impellente.
Accelero. Uno sbuffo di vapore mi scappa dalla bocca semiaperta: impronta effimera che, almeno questa, non lascerà traccia nell’aria gelida.

Tengo stretto il sacco. Le braccia mi fanno male. Mi consolo alla macabra idea che tra poco arriverò là dove voglio seppellire l’esito del mio atto di violenza deliberata. La sua tomba sarà addobbata con candele lucenti e poesie verranno recitate ai piedi della bara che lo conterrà.

La lepre è nella testa, il barboncino è nella testa, il futuro è nella testa.
Il passato è nella neve e il passato, volente o no, è fatto da impronte che non si possono cancellare.

Quando le impronte diventano fantasia, un sacco di juta può contenere un morto o un abete pronto a diventare albero di Natale.

Racconto partecipante al concorso “Castelli di carta – Premio letterario edizione 2018” indetto dalla Biblioteca Cantonale di Bellinzona. Se ti piace avvertire la pelle d’oca e un brivido lungo la spina dorsale durante la lettura, prova a curiosare tra gli altri racconti di questa sezione.

Una lettura di BluttaBlatta
Suoni: Freesound Luminadii
Musiche incompetech.com: “We Wish you a Merry Christmas” di Kevin MacLeod

Chi ha scritto questo racconto

BluttaBlatta

"Un marito.
Due gatti.
Tanti libri.
Mille parole.
"
Martina Ravioli